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Peer-to-Peer per raggiungere una audience più giovane

 

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Oggi a livello mondiale, i millennial rappresentano l’84% delle donazioni fatte a favore di organizzazioni non profit. In Norvegia la maggior parte dei donatori tra i 17 e i 68 anni è costantemente connessa con smartphone e altri dispositivi, pronti e desiderosi di essere coinvolti in nuove campagne online dove poter esprimere il proprio sostegno.

Lavorare insieme verso un obiettivo comune e fare qualcosa che la gente ama per beneficenza, aiuta le organizzazioni filantropiche di tutto il mondo a raccogliere più fondi e a sensibilizzare il grande pubblico verso la propria causa. Il fundraising p2p è stato uno strumento online vincente per le organizzazioni non profit nell’ultimo decennio, ma con l’evoluzione delle generazioni e l’avvento di nuove tecnologie serve un bisogno di innovazione costante. Qualcosa di progressivo che spinge i donatori a unire le forze e moltiplicare i propri sforzi è proprio il Peer-to-Peer Team Fundraising.

Combinando la tecnologia avanzata, i principali metodi di pagamento con donazioni one-click e la facilità di connessione con i giusti canali social, il p2p Team Fundraising è un incredibile strumento online per le organizzazioni che potranno così coinvolgere le giovani generazioni in un modo completamente nuovo.

Si pensi banalmente ai gruppi aziendali, scolastici o di amici e in generale chiunque voglia lavorare per un obiettivo filantropico comune, avrà bisogno della giusta soluzione digitale che lo supporti. Con la nuova soluzione di raccolta fondi peer-to-peer di iRaiser, puoi facilmente offrire ai sostenitori una nuova esperienza collettiva con il Team fundraising.

Oggi, un’organizzazione su tre nel mondo ha una strategia di raccolta fondi p2p. Prendendo nuovamente come esempio la Norvegia, quasi tutte le non profit stanno usando il peer-to-peer per coinvolgere i propri donatori, gestire diversi eventi di raccolta fondi e sostenere le proprie cause. È vitale includere questa forma di raccolta online nella strategia digitale, data la grande presenza online dei giovani, che demograficamente costituiscono la maggior parte dei donatori e che tendono ad impegnarsi, condividere e sostenere questo tipo di campagne sui social.

La Norvegia è notoriamente uno dei più grandi “paesi donatori” del mondo: al settimo posto nel 2020. Oltre il 55% dei norvegesi, infatti, fa una donazione ad una non profit ogni mese, il che li rende probabilmente una delle popolazioni più generose e socialmente consapevoli. Detto questo, è anche uno dei pochi che ha i mezzi e l’accesso alla tecnologia per farlo: ad esempio con Vipps – app di pagamento mobile – e l’abbonamento di Vipps, che permette di donare comodamente da uno smartphone, ovunque ci si trovi.

 

C'è però una fortissima concorrenza tra le organizzazioni non profit per assicurarsi queste milioni di donazioni. Se tradizionalmente i fondi erano raccolti grazie al face to face, pubblicità tradizionale e advocacy, nel corso degli ultimi anni, la raccolta fondi online è diventata sempre più uno dei flussi di entrate più importanti per le organizzazioni non profit, perché sempre più persone passano il loro tempo online e sui propri smartphone.

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La pandemia di Covid-19 ha ulteriormente accentuato questa tendenza, e quelle organizzazioni che avevano soluzioni digitali per acquisire donazioni online, ne hanno beneficiato immensamente. In un recente rapporto, Giving in Norway ha scoperto che oltre il 50% delle donazioni nel Paese sono andate a grandi organizzazioni. Tuttavia, durante e dopo la pandemia, un numero crescente di piccole e medie organizzazioni si è posizionato strategicamente online e ha attratto un nuovo pubblico.

Giving Tuesday ha recentemente pubblicato il proprio rapporto annuale in cui si vede come nel primo trimestre del 2021 i nuovi donatori siano aumentati del 6%, il massimo riscontrato negli ultimi 10 anni. Non solo, è stato riscontrato anche un aumento del tasso di retention dei donatori del 34,5% (donatori che hanno donato sia nel 2020 che nel 2021).

E chi sono questi nuovi donatori? I millennial, naturalmente.

Come abbiamo detto, i millennial rappresentano una grandissima percentuale delle donazioni fatte a organizzazioni non profit. Capiscono e adottano le nuove tecnologie, passano la maggior parte del loro tempo su smartphone e social media, usano metodi di pagamento mobile e hanno una profonda comprensione dello sviluppo sostenibile, che sono spinti a promuovere e sostenere. Sono una generazione con alcuni dei più alti livelli di istruzione, e quando vedono una pubblicità per una causa che li appassiona, li tocca da vicino o che li riguarda, è molto probabile che donino.

Ma per continuare ad acquisire nuovi donatori e mantenere un alto tasso di retention, le organizzazioni si sono rivolte ad annunci mirati sui social media. Questa strategia non solo è costosa, ma fondamentalmente impone che tutto il lavoro sia interno all’organizzazione.

Con il cambiamento nella demografia dei donatori, le non profit dovrebbero abbracciare strumenti online come il peer-to-peer fundraising, per far sì che i propri sostenitori guidino le loro campagne. E i millennial sono il target perfetto.

La raccolta fondi p2p esiste da circa un decennio, e gli esperti di iRaiser hanno esplorato come portarla ad un altro livello per offrire alle organizzazioni opzioni più coinvolgenti e social per raggiungere i millennial e le loro reti, ispirandoli a partecipare con campagne online.

Vi presentiamo il Peer-to-Peer Team Fundraising: un nuovo approccio collettivo

Il p2p team fundraising è il futuro della raccolta fondi digitale strategica ed efficiente.

Essenzialmente, i tuoi sostenitori possono:

  1. Creare una pagina di raccolta fondi per il proprio team e identificare un obiettivo comune
  2. Invitare amici, familiari, colleghi di lavoro e persino sconosciuti a unirsi alla squadra
  3. Creare profili individuali per ogni membro della squadra, con i propri obiettivi di raccolta fondi online, collegati all’obiettivo generale del team
  4. Condividere il profilo via email e sui social per sensibilizzare e aumentare le donazioni.
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Questo significa che più persone possono impostare profili e nuove raccolte fondi, per sostenere collettivamente quell’obiettivo di fundraising iniziale. Questo può avere un impatto enorme: immagina quante raccolte fondi individuali e donazioni potrebbe attirare la campagna di team creata da uno dei tuoi ambassador o influencer.

Scopri la nostra guida gratuita su come promuovere con successo il tuo evento di fundraising sui social.

Se stai pensando all’acquisizione di nuovi donatori, il team fundraising permetterebbe alla tua organizzazione una crescita esponenzialmente maggiore rispetto alle tradizionali campagne di raccolta fondi individuali. Per esempio, se dovessimo quantificare le donazioni ricevute da una persona che imposta una raccolta individuale, in media ne riceverà dieci.
Ora una persona che ha cinque membri del team potrà ottenere facilmente fino a cinquanta donazioni. Con ogni nuovo donatore la tua organizzazione cresce. E i tuoi sostenitori stanno realizzando una parte di questa crescita al posto tuo.

Un altro aspetto, oltre al nuovo percorso di impostazione del profilo del donatore, è che internamente e tramite la piattaforma o via email, il team leader e le organizzazioni possono interagire direttamente con i donatori e comunicare messaggi di incoraggiamento, highlights o risultati parziali.
Spedire email automatizzate, email transazionali e altre comunicazioni personalizzate, alimenta il rapporto organizzazione/donatore e ne migliora visibilità e trasparenza. Significa essenzialmente fornire ai propri sostenitori una piattaforma che possono gestire, ma su cui comunque l’organizzazione ha ancora il pieno controllo.

Team fundraising è estremamente efficace per:

Noi di iRaiser siamo entusiasti di vedere un uso sempre maggiore del peer-to-peer fundraising in tutti i tipi di organizzazioni.

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